La parola del papa e dei vescovi - 12

AI SACERDOTI E FEDELI DELLA CITTÀ

Nella nostra Lettera Pastorale per la S. Quaresima vi abbiamo rivolta la nostra parola, o figli carissimi, per richiamarvi al pensiero salutare dell’eternità, che tutti aspetta o per un eterno premio o per un eterno castigo, e perché non fosse fugace il pensiero abbiamo voluto che in tutte le parrocchie si tengano corsi di sacre predicazioni, per raccogliere il nostro popolo a meditazione e penitenza. Primi all’esecuzione abbiamo disposto che nella Cripta del Nostro Tempio Metropolitano, purtroppo ancora sinistrato, dalla sera del 18 Marzo prossimo al mercoledì santo 28 si tenga una Santa Missione, di cui sarà dato più tardi l’ordine. Ma vogliamo darvene ora l’annunzio, perché le altre predicazioni, e questa sopratutto, abbia a riuscire un vero risveglio per la nostra città di quello spirito cristiano e di quell’opera di propiziazione della divina Misericordia, che l’ora tragica che attraversiamo esige. Purtroppo infatti, sgomenti e profondamente addolorati, vediamo ogni giorno quante lagrime e anche quanto sangue si va spargendo, e troppi lutti rattristano le nostre case per il dimenticarsi dei più elementari sentimenti non solo di fede cristiana, ma di umanità, e si troncano vite e si depredano beni, che pur sono doni di Dio. Figli carissimi, noi ci veniamo domandando: come mai é andata spenta nei cuori la luce di quel segno divino, impresso nel santo Battesimo, di figli di Dio e di fratelli in Gesù Cristo, che avremmo tutti dovuto conservare come un tesoro, e come una regale dignità? Quel segno che in noi italiani si innesta a un naturale senso di moderazione, di equilibrio e di gentilezza? La celeste Madre divina, che tante volte ci benedisse prostrati innanzi a Lei, venuta a visitarci (e speriamo ricondurla anche quest’anno) acclamata per le nostre vie, come potrebbe riconoscerci per suoi figliuoli, se vi é chi la contrista così coll’abbandonare gli insegnamenti di amore fraterno, che Essa come il suo Gesù vuole come distintivo di famiglia? Cessi ogni motivo di pianto e ognuno si renda strumento di quella pace divina, che é forza di vita e che il nostro Paese affermò sempre per lungo corso di secoli. Già la morte miete da sé tante vittime in questi duri giorni per l’imperversare di tanti mali; proprio si deve menare la falce ancor più di frequente? E con quale vantaggio? Accrescere i dolori di tutti in questa già misera vita, e causare altri pericoli alla nostra città di Bologna! Noi incessantemente leviamo la nostra voce a Dio per la pace e il riposo in Lui dei poveri morti; e con ancor più paterna sollecitudine ci volgiamo a chi vive e deve e può pensare all’anima propria e alla sua eterna salute; e diciamo: Si avvicina la Santa Pasqua, sia pace nei vostri cuori, in tutte le case. Preparatevi: coll’ascoltare la parola del Signore e dei suoi sacerdoti; chiedete perdono a Dio per voi e per tutti i fratelli; datevi il bacio del perdono tra voi. E potessimo farci ascoltare da chi é da noi più lontano, e forse non leggerà, né sentirà nemmeno questa nostra parola. L’affidiamo agli angeli santi, che Iddio ha pur dato a ciascuno, anche ai traviati; l’affidiamo a quelle anime buone, che sono gli angeli visibili, che vivono spesso vicino ai poveri peccatori e colpevoli, e confidiamo giunga così a chi più ha bisogno di spogliarsi da errori, che generano sdegno nel cuore e fomentano ancora sete di sangue. Fosse davvero per tutti, la Pasqua prossima, Pasqua di pace cristiana e di gioia concorde.

Bologna, 1 Marzo 1945.

+ Giovanni Battista Card. Nasalli Rocca di Corneliano,
Arcivescovo di Bologna


La parola del papa e dei vescovi
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