La brevissima vita di uno che fu «...condannato a spazzare per tre giorni una via della città perché un sacerdote dimorò una notte presso di lui senza avvisare la polizia». Sono lieto di presentare al pubblico questa disinvolta serena intensa vita vissuta a contatto con il popolo di Cina. Debbo, però, preavvertire il lettore che non si tratta — secondo le affermazioni dei cosiddetti «tribunali del popolo» che amministrano oggidì la giustizia fra il popolo cinese — di un caro, disinteressato, laborioso giovane sacerdote francescano che si è donato dal 1932 al 1955 per partecipare l'amore di Gesù a quanti ancora non lo conoscono. Non è una vita offerta con disinteresse e ricompensata con accuse infamanti, condanne, supplizi.
Presentare così è manovra di abili profittatori.
Qui si tratta, in realtà, di un formidabile criminale più volte assassino, vestito da frate: si chiamava Bernardo Stacchini.
«Accuso l'imperialista Bernardo Stacchini... reo di 140 omicidi. Oltre ad essere omicida, l'imperialista Bernardo Stacchini è anche infanticida perché, col pretesto di salvarle, raccoglieva le bimbe cinesi e poi le massacrava. Una volta solo ne ammazzò 16». (Dai testi d’accusa).
In questo tempo in cui tutti sono martiri innocenti ed eroi, accade raramente di leggere una vita di un criminale di tal fatta. Una vita veramente vissuta.
BENIGNO BENASSI