Esonerano i ragazzi dall'andare a Messa

    Prima di tutto il fatto. Il comune socialcomunista di Bologna ha organizzato, coi soldi di tutti i Bolognesi comunisti o non, Colonie estive al monte e al mare per i figli degli operai e degli impiegati. Diverse centinaia di bambini sono già partiti, salutati alla stazione dal sindaco comunista Dozza e al canto degli inni rivoluzionari.
    Si è venuto a sapere che in queste colonie montane o marine, di domenica, non si celebrerà la Santa Messa. Niente funzioni religiose, niente culto cattolico. E nessuno potrà sussurrar qualcosa, perchè l'esonero dal culto religioso è stato chiesto dai genitori. E' avvenuto così. I genitori, cui stava a cuore di inviare i propri figlioli ai monti o al mare, si sono presentati agli sportelli comunali. Vostro figlio come sia chiama? Che cosa fate? ecc. L'impiegato ad ogni risposta riempiva un modulo. Infine la domanda vigliacca. Ma voi siete cattolico?
    Ecco, qualcuno in quell'ambiente, mentre ancora quegli uffici rievocavano la turpe campagna elettorale infarcita di elementi anticlericali, conteneva la propria opinione. Oppure la rivelava con qualche reticenza. Non ci vuol fatica a rendersi conto del momento psicologico di un genitore cui stia a cuore principalmente di inviare il proprio figlio gratuitamente al mare. Se lo stesso genitore si fosse trovati) magari in un ambiente di Colonie Pontificie, conoscendo la fede di chi stava dietro gli sportelli, certamente avrebbe fatto con calore una testimonianza d’intransigenza religiosa. Ripeto, non si fa fatica a pensare a ciò. Questa è realtà quotidiana, anzi, italiana.
    Posto invece in un corridoio e davanti a sportelli dove un'altra è l'idea politica, a quella domandina vigliacchetta non tutti i genitori si sono certamente dimostrati gelosi che si tenesse il culto religioso ogni domenica nella Colonia dove andava il proprio figlio.
    E allora firmate questo modulo, soggiungeva rapidamente 1'impiegato comunale di dietro gli sportelli. Il genitore firmava. 11 modulo dattilografato diceva testualmente: «II sottoscritto tal dei tali, padre del bimbo tale, desidera che il proprio figlio non partecipi alle funzioni religiose del culto cattolico durante i mesi di soggiorno al mare».
    E adesso, i rappresentanti del comune socialcomunista di Bologna diranno: che c'è poi tanto da lamentarsi? Ognuno è libero di frequentare o meno le funzioni religiose. I genitori desiderano che i loro figli non le frequentino. Tutto regolare quindi. Ecco qua le domande d'esonero firmate e controfirmate.
    Dicendo questo, sanno di mentire, pur avendo dalla loro una parvenza di ragione. Giocano sull’equivoco. E se da una parte centinaia di bambini tenuti lontani dalla religione produce in noi una sconfinata tristezza ed un amarissimo rimpianto, dall’altra parte gli organizzatori di un simile trucco, che ha tutta l'aria della libertà equivocata, si rendono colpevoli di una scristianizzazione che si prolungherà funestamente nella vita di questi piccoli e quindi della nostra Patria.
    Il cardinale Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna, nell'indirizzare ai genitori cattolici un grave monito di richiamo alla difesa della fede dei loro figli, ha scritto: «Non ci saremmo mai aspettati nello scorcio di questo nostro lungo episcopato di dover fare un richiamo ai padri e alle madri per noi così penoso per la tutela della fede delle loro innocenti creature...».
    Qualcuno ha ricordato che lo scorso anno, nella colonia organizzata dai socialcomunisti del comune di Genova a Gressoney, le funzioni religiose non si tennero. I bimbi vestivano una maglietta rossa, le caramelle che venivano regalate loro recavano sulla carta la falce e il martello, e alla fine iscrizione e tesseramento generale all'Associazione Pionieri. In nome della libertà.

Bologna, luglio 1951.