I comunisti di Bologna si fanno mandare il tram a casa

    I bene informati assicurano che alla direzione dell'Azienda Tramviaria bolognese (retta, governata e amministrata dai comunisti), da una settimana, stanno arrivando quotidianamente telefonate da parte di cittadini che non si qualificano. E tutte le richieste sono formulate in questa semplice domanda: «Signorina, vuol dire al suo direttore comunista se mi manda un tram a casa?».
    Naturalmente la signorina butta giù il microfono, e soffoca uno stridente sogghigno che si fa sentire dall'altra parte del filo telefonico.
    Ciò in seguito ad un interessante documento fotografato e pubblicato sul Giornale dell’Emilia. Dal documento appariva come il 29 novembre 1948 alle 4 del mattino, quando tutte le carrozze tramviarie avrebbero dovuto essere chiuse dentro i depositi, la vettura 43 dell'Azienda Tramviaria uscì per recarsi dinanzi alla casa del controllore comunista Dovilio Chiarini, vicesegretario nazionale degli autoferrotramvieri, caricarlo e condurlo alla stazione. Dopo di che la vettura 43 se ne ritornò nel suo deposito. Insomma, il comunista Dovilio Chiarini invece di servirsi di un taxi o delle sue gambe per recarsi alla stazione, usò di un tram come fosse sua proprietà privata.
    Il documento pubblicato, e che svela un gravissimo reato, lasciò nel pubblico bolognese una disgustosa impressione, non disgiunta da rabbiosa indignazione. Ma come? dissero i buontemponi petroniani. Noi paghiamo tasse, diamo i contributi all'Azienda Tramviaria e le vetture servono ai comunisti per i comodi loro? Ma qui ci dev'essere un equivoco, signor Sindaco «galantuomo».
    Ecco, la ragione di quelle continue telefonate alla direzione dell'Azienda Tramviaria. «Signorina, vuoi dire al Direttore se mi manda un tram a casa, magari la vettura 43?».
    Bisogna sapere che l'Azienda Tramviaria bolognese fu la prima preda e la cavia dell'amministrazione comunista. La maggioranza socialcomunista nelle sue prime sedute votò la municipalizzazione dell'Azienda. Così la grande organizzazione tramviaria col relativo capitale è proprietà del Comune, cioè di tutti i cittadini bolognesi che pagano le tasse. E a Bologna, come in ogni città, a pagar le tasse non son solo i comunisti.
    Orbene, la maggioranza dei bolognesi che pagano le tasse hanno dimostrato di non gradire che la vettura 43 serva da taxi alle quattro del mattino al comunista Dovilio Chiarini. Non perchè vogliano male al Chiarini. No, no. Desiderano soltanto che il comunista Chiarini usi le macchine del Partito comunista oppure vada alla stazione a piedi invece di usare una carrozza che non è sua.
    Come desiderano che quanti si recano ogni notte a ballare nel dancing dell'Azienda Tramviaria, ritornino a casa non con una «carrozza riservata». E' stata questa un'altra rivelazione del Giornale dell’Emilia. Dai documenti pubblicati i bolognesi hanno imparato che l'Azienda Tramviaria Municipalizzata ha un CRAL cioè un dopolavoro nei locali del deposito tramviario della Zucca. E fin qui nulla di strano. Lo strano incomincia con la carrozza riservata che parte ogni notte alle 0,30 dal Deposito Zucca e fa servizio gratuito per i frequentatori del dancing.
    Gli è che questo CRAL è gestito da una commissione interna totalmente comunista. Comunisti i dirigenti e il personale dell'Azienda Municipalizzata e così tutte cose fatte in famiglia col denaro, coi locali e con le carrozze di proprietà dei bolognesi.
    Ma qui ci deve essere un grosso equivoco, signor sindaco «galantuomo». Stando così le cose i bolognesi si sentiranno autorizzati di servirsi gratuitamente delle carrozze tramviarie come fanno il Chiarini e i ballerini del CRAL della Zucca. Ad ogni modo meglio tardi che mai apprendere i grandi meriti delle rette amministrazioni comuniste.

Bologna, ottobre 1951.