Cronistoria della parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico - 1942

Nell’anniversario della morte di don Didimo Bortolotti, parroco di questa chiesa dal 25 luglio 1857 al 26 gennaio 1920, il successore ha curato ogni anno in suo suffragio un modesto ufficio, che nel 1928 estese ai propri defunti, e dal 1933 anche agli altri parroci, dal 1939 poi ai benefattori della chiesa, specialmente a Sua Santità Benedetto XV, e ciò fino al 1941. Nel 1942 egli pensò cosa giusta e doverosa che (mentre dianzi egli stesso ne aveva sostenuta la spesa) a questa manifestazione di riconoscenza e memore affetto avesse a provvedere la chiesa stessa.
Difatti, a parte il dovere di ricordare i parroci, è giusto non dimenticare i benefattori, specialmente Sua Santità Benedetto XV, il quale diede la somma necessaria all’acquisto della casa ad uso inquilini, ora di proprietà della chiesa parrocchiale; mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, che in tre volte elargì £. 8000 pei restauri, oltre all’essersi prestato gentilmente per funzioni solenni, mentre aveva promesso che avrebbe offerto pel nuovo campanile; Antonio Buriani, che ha legato alla chiesa il fondino Sassi o Solaruolo in Zenerigolo. Il parroco pensa, perciò, di avere l’approvazione dei successori in questa manifestazione e si ritiene sicuro che essi la continueranno, anche perchè essi pure alla loro volta verranno da essa ricordati e beneficati.

Il lunedì di Pentecoste, 25 maggio 1942, in San Giovanni in Persiceto, dove dal 1936 si ritirava colla famiglia nei mesi invernali in una villetta di proprietà della famiglia stessa, spirava nel bacio del Signore la parrocchiana Amelia Zucchi: un morbo strano e spaventoso (pénfigo) l’aveva colpita da circa tre mesi, obbligandola al letto il giorno dell’Annunciazione di Maria Vergine (25 marzo), nell’ora medesima (caso singolare!) in cui morì, cioè a mezzogiorno. Fu creatura veramente angelica per bontà di carattere e pietà sentita, caritatevole: nessuno mai ricorse a lei invano, bene spesso preveniva la domanda, e, memore del detto "non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra", faceva il bene possibilmente di nascosto; caritatevole verso la sua chiesa (ed anche verso le altre), beneficandola in vita col denaro e coll’opera anche delle sue mani, riparando e componendo sacri arredi; nonchè disponendo per testamento olografo come segue: "intendo sia difalcato dalla mia parte di terreno quell’appezzamento adiacente alla chiesa parrocchiale di Lorenzatico (circa 7 tornature bolognesi) affinchè passi in proprietà del benefizio parrocchiale della chiesa stessa, con l’obbligo di erogarne il reddito netto in opere di culto", detratto l’importo necessario alla "celebrazione di tre Messe mensili in perpetuo pei nostri defunti. Lascio alla chiesa parrocchiale di Lorenzatico £. 1000 una volta tanto per l’acquisto di arredi, coll’intenzione di suffragare le anime de’ miei defunti".
Come detto, la compianta benefattrice fu di vita esemplarissima: si accostava quasi ogni giorno alla SS. Comunione; si prestava per l’insegnamento della dottrina cristiana e per le confessioni dei fanciulli; fu presidente del gruppo donne di Azione cattolica per vari anni; contemporaneamente delegata dei fanciulli di Azione cattolica; bene spesso si prestò anche pel suono; e tutto ciò con suo non lieve sacrifizio; ebbe fede vivissima, amore ardente verso Dio, la Madonna Lauretana, i poveri peccatori, le anime purganti; rassegnazione mirabile nelle non poche e gravissime sventure domestiche.
Ridotto il suo corpo una sol piaga (per la temperatura le mettevano il termometro in bocca!) ebbe lo sguardo rivolto costantemente al Martire Divino, che affinò il suo spirito per la gloria senza fine. All’annuncio della sua morte fu un compianto unanime, accompagnato dall’affermazione unanime de’ suoi meriti e virtù singolari.
L’estensore di questo elogio, nonchè della dedica [del ricordo funebre] ed anche dell’epigrafe incisa nel marmo sopra la sua salma nella tomba di famiglia nel nostro cimitero, prega il lettore a voler credere che nulla è contenuto in esse memorie che non risponda a verità.
Ave, spirito eletto, prega per la tua parrocchia, che tanto amasti e che pur con intenso desiderio ti ricorda e che ti crede già possedere in cielo la gloria dei santi!

La domenica 7 giugno 1942 (compleanno dello sposo) contrassero matrimonio nella nostra chiesa i giovani parrocchiani Cazzoli Primo e Balboni Anita, zelanti presidenti delle nostre associazioni giovanili di Azione cattolica da parecchi anni. Se ne fa qui menzione, perchè degni veramente di essere additati ad esempio di vita esemplarmente cristiana. Si accostarono con esemplare pietà ai SS. Sacramenti unitamente alla quasi totalità degli ascritti alle loro associazioni, i quali vollero così testimoniare ai loro amatissimi dirigenti l’affetto, la gioia e l’augurio vivissimi. Il parroco li elogiò e additò ai numerosissimi presenti, e li salutò, augurando felice viaggio per l’eterna città, dove si recarono ad impetrare la benedizione del Santo Padre per sè ed ascritti all’A.C., della quale benedizione venne affisso il rescritto nella sala per le associazioni in canonica.

La guerra mondiale, che per noi dura dal 10 giugno 1940, ha causato perdite relativamente gravi per la nostra parrocchia, e speriamo saranno le sole.

1. Il 18 novembre 1940 è caduto combattendo in Grecia Branchini Lino, classe 1919, effettivo al 6° bersaglieri, della parrocchia di San Michele di Bagno dal 1934, ma nato nella nostra, e per animo rimasto nostro, anche perchè la casa sua è vicina al ponte di Loreto. Era un ottimo giovane, di vita cristiana e nostro campanaro. La famiglia fece celebrare un ufficio nella nostra parrocchia per l’anima sua il 9 dicembre.
2. L’11 gennaio 1941, in seguito a ferite contratte combattendo a quota 1381 in Albania, moriva il sergente Bagni Umberto, nostro parrocchiano dal 1939, lasciando nel pianto, oltre i genitori e fratelli, la sposa e una bimba. Era nato il 28 gennaio 1916. Si fece ufficio a suo suffragio il 28 gennaio.
3. Il 14 luglio 1941 nell’ospedale di Ismailia (Egitto) moriva con tutti i conforti della fede il fante Pelizzoni Cesare, classe 1917, giovane buono, di semplici costumi, tutto dedito alla famiglia e al duro lavoro dei campi. Nella nostra chiesa, che lo vide fanciullo, il 15 giugno 1942 si è tenuto solenne ufficio con dieci Messe, intervenendovi il colonnello e alcuni soldati dell’ospedale militare di San Giovanni in Persiceto, nonchè il cappellano di esso, tenente don Carlo Campagnaro, che disse belle parole (come aveva fatto pel precedente caduto).
4. Un altro giovane pieno di vita e di belle speranze, il bersagliere Broccoli Pietro, della classe 1915, 6° bersaglieri, decedeva per ferite contratte combattendo nel Donez (Russia); orfano della grande guerra (1915-1918), essendo il padre suo caduto fra i primi nel 1915 combattendo contro l’Austria. Anche per lui fu a cura della famiglia celebrato un ufficio il 15 ottobre, presenti il colonnello direttore dell’ospedale militare di Persiceto col cappellano di esso, il quale tenne il discorso commemorativo.
5. Il 15 luglio 1942 nell’ospedale da campo n. 837 coi SS. Sacramenti rendeva lo spirito al Creatore il bersagliere Gubellini Ennio, classe 1920, per ferite contratte combattendo accanto al commilitone qui sopra ricordato Broccoli Pietro. Rivestiva il grado di caporale maggiore; era giovane buono, laborioso, cristiano praticante, robusto di mente e di corpo, orgoglio della famiglia desolata, che il 15 settembre volle ricordarlo con solenne ufficio di quattordici Messe, al quale intervennero numerosissimi i parrocchiani; e inoltre il dirigente l’ospedale militare di San Giovanni in Persiceto, alcuni militi di esso, nonchè il cappellano del medesimo, che ricordò bellamente l’eroico giovane.

Il perdurare della guerra, che è divenuta quasi mondiale e passerà alla storia con questo appellativo (avendo anche gli Stati Uniti d’America fatto causa comune coll’Inghilterra - la Francia è già dal luglio 1940 fuori causa - e gli altri stati delle due Americhe hanno aderito più o meno, tranne poche eccezioni) ha aggravato le condizioni economiche, morali e religiose fatte rilevare alla fine del 1941. Quanto alle condizioni economiche, il mercato nero (chiamato così perchè prescinde dai prezzi ufficiali), che nel 1941 era sorto a causa del razionamento dei generi di prima necessità, si è sviluppato ancora più, portando a prezzi incredibili certi generi: £. 2000-3000 al ql. il frumento, £. 4000 la farina id., mentre sono rimaste invariate le uova; quanto alle carni bovine, è stato quasi impossibile sfuggire al razionamento e così pure quanto al pollame, e ciò per la sua rarefazione a causa della mancanza di mangime; si è diffuso l’allevamento del coniglio, ma ad uso quasi esclusivo dei produttori.
Le condizioni religiose-morali sono pure peggiorate. La Crociata della purezza non ha portato i frutti sperati, almeno presso di noi, che dobbiam lamentare la defezione di non poche socie di A. C. per non aver voluto sottostare alle disposizioni di doverosa intransigenza per l’abbigliamento nella casa di Dio.
Il "divoto femmineo sesso" ha dato così in massima parte prova di incomprensione e di... leggerezza!