Cronache e informazioni - 1

RELAZIONE DELL'OPERA RELIGIOSA NELL'ORA PRESENTE ADUNANZA DEL CLERO COLL'EM.MO ARCIVESCOVO IL 14 DICEMBRE 1944

Convocata da Sua Eminenza il Card. Arcivescovo si è tenuta Giovedì 14 dicembre in una sala dell’Arcivescovado una adunanza del Clero secolare e regolare della Archidiocesi. Numerosi erano gli intervenuti: si notavano in gran numero i Parroci di città con il Priore del Clero. Gli Ordini religiosi anche essi erano al completo. Presiedeva l’adunanza S. Em.za il nostro Cardinale Arcivescovo, il quale ha svolto la seguente relazione, seguita con unanime e devoto interesse.
Sua Eminenza ha rilevato che l’incontro, il quale avviene in circostanze particolarmente gravi, rappresenta un momento speciale della vita diocesana, perchè oggi è assai difficile poter raccogliere il Clero, dati gli ostacoli alle comunicazioni e le circostanze eccezionali del momento. Questo incontro è dunque il momento propizio per formulare un fervido augurio natalizio da portarsi a tutti i fedeli con i quali si vivono queste ore di ansie e di patimenti. Non è un Natale lieto; esso tuttavia ci dà forza per auspicare ad un tempo futuro se non felice, meno gravoso e penoso di questo.

Il Cardinale Arcivescovo ha aggiunto le espressioni del Suo ardente desiderio di venire in aiuto di tutti, di essere presente in ogni bisogno minimo e grande, prima con la preghiera che è stata da Lui intensificata in questi tempi e poi con l’opera per tutto quanto si può fare, col solo rammarico che la mancanza di mezzi non conceda di operare molto di più a favore di tutti i bisogni, i dolori, le ansie che stringono il Pastore e il gregge in ogni parte della Diocesi. L’Autorità Diocesana ha fatto in ogni modo tutto il possibile sia a favore del Clero, per il quale sono stati messi a disposizione i locali rimasti al Seminario diocesano alla ex-Villa Revedin, sia a favore in genere degli sfollati, ai quali è ormai destinato anche il Pont. Seminario Region., questi ultimi locali, ieri deserti per la minaccia dei bombardamenti aerei, per quanto gravemente incursionati, vengono dalla carità del Pastore messi a disposizione delle necessità più urgenti con la assistenza dei Parroci ai loro fedeli ivi raccolti. Anche l’Arcivescovo, incursionato come è e privo di ogni attrezzatura la più comune, ha aperto le sue porte a Parroci e rimane a disposizione, come sia possibile, per il Seminario Diocesano, per gli Uffici di Curia per il caso non improbabile di uno sfollamento. Anche la villa del Farneto fu occupata dagli Ospedali. Così ogni disponibilità degli edifici di pertinenza della Autorità Diocesana è stata sfruttata per lenire i molti e penosi bisogni del momento: ed offerta anche alle Autorità Cittadine per ulteriori bisogni.
Molto di più si sarebbe potuto fare, se le difficoltà di trasporto non rendessero precarie e difficili tutte le iniziative. Tali ostacoli tengono anche lontano o per lo meno non così vicino gran parte del Clero della Diocesi, il quale è da Noi - dice l’Eminentissimo - seguito con la continua preghiera e con il soccorso, specie per quei luoghi dove più dura batte la prova e con gli incontri che in ogni modo si cercarono e si attuano come più sia possibile.
Sua Em.za a questo punto della sua relazione dà uno sguardo alle vicende dei mesi trascorsi e rileva che la situazione desta profonde angosce e fa rabbrividire nella constatazione dei gravi spargimenti di sangue fraterno, nel moltiplicarsi di rapine che gettano nel piano innumerevoli famiglie. E’ bene si sappia che in ognuno di questi casi si è intervenuti prontamente e sempre; l’Autorità Ecclesiastica, come era suo dovere, non ha lasciato alcuna occasione per esercitare il suo ministero apostolico a sostegno dei deboli, dei miseri, dei colpiti anche se colpevoli. S’intervenne sempre; anche se non sempre si ottenne quanto si desiderava. Molti dolorosi eventi tuttavia si può ritenere per certo siano stati prevenuti ed altri attenuati da questa azione, che si è svolta attraverso innumerevoli contatti, colloqui con le Autorità costituite, lettere, invocazioni private e pubbliche.
Per quanto riguarda i Parroci che, avendo dovuto lasciare le loro cure e sono ospitati tuttora in Seminario, all’Ospizio dei Preti e altrove, e le contingenze impedirono che potessero restare, il Card. Arcivescovo, per quanto fu possibile, intervenne caso per caso, e dove era senza pericolo e vi erano ritornate o rimaste le popolazioni in parte maggiore, si adoperò perchè vi potessero ritornare.
In molte la situazione bellica ha reso impossibile la permanenza, sia perchè la popolazione è completamente evacuata, sia perchè i rischi dei bombardamenti e delle distruzioni rendono la vita praticamente insostenibile.

L’aggravarsi della bufera ha aggiunto ai disagi civili di tante borgate e parrocchie sfollate, sinistrate, rastrellate, il dolore della profanazione di cose e persone sacre: fatti tutti segnalati, come di dovere prontamente ed energicamente alle autorità come più efficacemente era in potere della Autorità Ecclesiastica, appena avutane segnalazione. E’ di conforto sapere che il clero ha fatto dovunque il suo dovere, e questo - dichiara il Card. Arcivescovo - abbiamo avuto occasione di ripetere più volte in pubblico, sia alle Autorità, sia al popolo; ed esplicitamente nella notificazione del mese di ottobre. Il clero diocesano, senza eccezione alcuna, si è prodigato nei bisogni, si è sacrificato per le innumerevoli assistenze: non un solo caso può esserci rimproverato. Nei contatti avuti con uomini di ogni parte, il clero ha agito per motivi di apostolato e non per altro: suo scopo è sempre stato di attenuare il male e di promuovere il bene.
Nonostante ciò lamentiamo casi angosciosi di sacerdoti e religiosi sottratti al loro ministero. Sua Em.za a questo punto con parola angosciata commemora il Parroco di S. Martino in Pedriolo (dal quale S. E. aveva preso subito particolare interesse), il P. Comini Salesiano, il P. Capelli Missionario del S. Cuore e il P. Ruggeri Carmelitano dell’A.O., tragicamente periti, mentre spera e si augura che il Can.co Elli, don Medardo Barbieri e il ragioniere Alfonso Melloni benemerito Presidente della Gioventù di A.C. possano riprendere il loro posto di attività: per questi a tutti furono ripetute sollecitazioni e non si tralascierà di insistere all’uopo.
S. Em.za dà poi alcuni cenni sull’opera assistenziale che con zelo apostolico è svolta sotto la direzione dell’Autorità Diocesana, dal Clero secolare e regolare, dagli ascritti all’A.C. e dai fedeli tutti. A tutt’oggi si sono distribuite dalla Commissione Arcivescovile per mezzo del Collegio dei Parroci Urbani più di L. 400.000. Personalmente il Card. Arcivescovo, anche col validissimo aiuto del S. Padre, a mezzo di elemosine di Messe e di sussidi, ha distribuito dal luglio 1943 circa L. 800.000. Sono cifre assai limitate di fronte alla massa dei bisogni: ma sono la parte straordinaria aggiunta alla estesa opera caritativa, che abitualmente e sempre si è svolta e tuttora si continua, pur in mezzo a tante difficoltà, sotto la guida diretta dell’Autorità Ecclesiastica.
L’Opera assistenziale poi particolarmente richiesta dai bisogni attuali, fin dai primi momenti si è resa sempre più ampia per il concorso coordinato dei Parroci, dei Religiosi, delle Religiose, dell’A.C. e dell’O.N.A.R.M.O. Per dare maggiore organicità e ampiezza a tale assistenza, si è ora costituita la Commissione Ecclesiastica Assistenziale, la quale stringe in un’unica famiglia per un’unica e disciplinata azione di carità, il Clero secolare e regolare, il laicato di A.C. e i fedeli tutti.
Questa presenza su tutti i campi del dolore umano nell’ambito della nostra Diocesi sarà sempre più intensificata.
Altra attività alla quale l’Autorità Ecclesiastica ha dato tutto il suo concorso fino dai primi passi, rendendola possibile, è quella dell’organizzazione ospedaliera, che per lodevolissimo impulso del Podestà di Bologna ha dilatato i suoi quadri, associandosi - dice l’Em.mo - a un’opera di fiancheggiamento, che si è concretata nella cessione di Conventi e di Istituti Religiosi, oggi popolati di infermi e di feriti. Questa cessione fu deliberata in una riunione presso l’Em.mo di tutti i rappresentanti delle famiglie religiose. S. E. il 7 Ottobre si recò a celebrare la S. Messa e fece una accurata visita a S. Domenico e vi benedisse tutti i degenti colà raccolti.
Una parola particolare merita l’attività svolta per la "Città Bianca" di Bologna. A tale proposito S. E. può far conoscere che l’azione organizzata intrapresa con le Autorità Cittadine alcuni mesi or sono, ha ottenuto l’intervento da parte della S. Sede, come da dispacci ripetutamente trasmessi all’Em.mo dalla Città del Vaticano, coi quali si comunica l’esplicito appoggio del S. Padre presso i belligeranti: da essi S. S. ha invocato una speciale azione protettiva per la Città di Bologna, già troppo martoriata dalla guerra.
Anche questa parte della relazione è sottolineata in modo speciale dall’uditorio, il quale rileva come in un argomento tanto importante l’azione di S. E. il Card. Arcivescovo rimanga titolo di benemerenza per la salvezza di Bologna, centro secolare di fede, di studi e di arte.
Intensa è pure l’attività svolta per le notizie dei prigionieri di guerra, degli internati civili ed altri attraverso la Curia Arcivescovile, l’A.C. e la Presidentessa del Comitato per le Onoranze della B. V. di San Luca, attività apportatrice di conforto a tante famiglie e persone in ansia e desiderose di comunicazioni.

Il Card. Arcivescovo si sofferma infine sulla constatazione che la Diocesi è ormai divisa: di una parte di essa non si può più avere notizia. Qualunque cosa accada, valgono queste dure circostanze a tenerci ancora più uniti e solerti per il bene del gregge, per lenirne i dolori e i disagi, per facilitare l’unione fraterna, l’avvento di una vera pace fra i cittadini e il risorgere fecondo della nostra terra.
In considerazione dei molti bisogni e dei mali che si accumulano sulla Diocesi, S. E. ha indetto una raccolta cittadina per il Santo Natale: sarà la "Giornata della Carità" che deve assicurare la strenna ai profughi, agli sfollati e ai poveri. Un triduo di espiazione inoltre sarà celebrato negli ultimi tre giorni dell’anno in tutte le Parrocchie e Chiese, per riparare le profanazioni di persone e cose sacre, mentre il primo giorno dell’anno sarà dedicato ad impetrare da Dio la misericordia sui popoli con una giornata eucaristica che avrà il suo centro a S. Petronio.
Un ricordo affettuoso S. E. consacra a S. E. Mons. Pio Guizzardi Vescovo Ausiliare, di cui con brevi parole, rievoca la affettuosa assistenza resa a Lui e lo zelo in bene dell’intera Archidiocesi, che ne rimpiange la perdita dolorosissima.
Una notizia lieta, infine, dopo tanti dolori, dà S. E. ai convenuti e per loro mezzo alla Diocesi, e cioè che l’imponente opera del Seminario Diocesano è finalmente ultimata. Il Seminario è totalmente pagato: la gestione straordinaria, da S. E. fin dal principio affidata a Mons. Della Casa, è così chiusa con il resoconto dato il 31 ottobre che riportato il plauso e l’approvazione degli assunti all’Amministrazione del Seminario stesso che esaminato il resoconto in ogni sua parte ne hanno rilevato, in lettere che restano in atti, la scrupolosa diligenza, l’esattezza e l’illuminato discernimento e il disinteresse pieno.
S. E. si rende interprete della riconoscenza di tutti a Chi vi consacrò il diligente e illuminato lavoro di dodici anni.
Dopo le ampie dichiarazioni, seguite da tutto il clero con evidente consenso e una ampia e proficua discussione sui mezzi più pratici per lo svolgimento di tante opere di carità, S. E., tutti benedicendo chiude l’adunanza che sarà seguita da altre, specie della Commissione Ecclesiastica assistenziale presieduta dalle stesso E.mo che si aduna ogni settimana.

Cronache e informazioni
1   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16