Ho meditato a lungo sulla presente questione e ho concluso che era mio dovere liberare il mio animo da ogni risentimento, e prendere pazientemente in esame, ad uno ad uno, i controversi punti, lasciandomi guidare da un sentimento di stima verso il Sindaco, la Giunta, la maggioranza della Commissione, i funzionari e gli interessati tutti; e di estrema diffidenza per le mie opinioni; vedere insomma di considerare con la massima benevolenza, ma, ben s'intende entro i limiti della giustizia, la relazione della maggioranza, esaminandola alla luce dei fatti, col desiderio di riconoscere in essa ogni aspetto di verità e di credibilità.
Trattandosi di questione grave, coinvolgente importanti interessi materiali e morali del Comune e della cittadinanza, mi è sembrato che fosse doveroso il sobbarcarmi a questa fatica. Ho perciò lavorato attentamente, intensamente e per il lungo tempo che è stato necessario; debbo dire che ciò mi è costato non piccolo sacrificio.
Nell'accingermi ad esporre al Consiglio e all'opinione pubblica il frutto del mio lavoro, mi auguro di trovare nei presenti la necessaria pazienza d'ascoltarmi. Prego anzi il Consiglio di prestare molta attenzione a tutto quanto sto per riferire, perché io farò il particolareggiato esame di un fatto, ma questo fatto può essere l'anello di una lunga catena di fatti analoghi, svolti con lo stesso metodo; e qualora questo metodo dovesse risultare contrario alla prassi che una saggia amministrazione deve seguire, ciascuno di noi potrebbe un giorno trovarsi in stato di accusa, e difficile sarebbe esimerci dalle responsabilità morali e materiali che il nostro mandato di amministratori comporta.