Concludendo

    Un'impressionante documentazione sui campi di lavoro forzato sovietici è stata offerta all'esame dell'opinione pubblica mondiale da una inchiesta conclusasi a Bruxelles il primo giugno scorso, della quale la stampa italiana si è appena occupata con frettolosi cenni.
    Una Corte Internazionale composta di sette giudici di diverse Nazioni e di diverse idee politiche, chiamata a giudicare la fondatezza delle testimonianze di alcune persone che vissero in quei luoghi di pena, ha condannato i campi di concentramento sovietici definendoli «una sopravvivenza mostruosa di un regime di schiavitù già condannato dalla storia».
    Assai più che un'ennesima prova dell'esistenza dei campi di lavoro forzato nella patria del socialismo, interessa il valore morale della solenne condanna pronunciata dalla Corte Internazionale di Bruxelles, a nome del mondo civile, contro questo sistema di schiavitù organizzata. Troppe prove sicure, infatti, esistevano già, e le migliori - anche volendo trascurare, per rigore di analisi, le innumerevoli testimonianze fornite da profughi russi, appartenenti all'ex-armata polacca, prigionieri di guerra tedeschi, ecc...., i quali, evidentemente, non possono tutti mentire - erano state offerte proprio da documenti sovietici quali: la Grande Enciclopedia, Sovietica «Boi'saja Sovetskaja Enciklopedija», il Codice del lavoro correzionale «Ispravitel'no trudovoj kodeks R.S.F.S.R.», e il Codice Penale russo «Ugolovnyj Kodeks».
    Perché mai, si chiederanno taluni, dopo aver letto la cronaca dell'inchiesta di Bruxelles, l'Urss ha creato questi campi di concentramento? Qual è la ragione vera che ha dato vita a questo sistema di barbarie? Due testimoni - l'ispettore Andreieff e l'ingegnere Lot - hanno sfiorato la questione con interpretazioni diverse. Ma il loro angolo visuale era, forzatamente, troppo ristretto. Bisogna osservare il triste fenomeno da un punto di vista più alto e allora non sarà difficile scorgerne la sua ragione d'essere, la sua essenza marxista.
    Il lavoro forzato sovietico, prima ancora di essere uno strumento di terrorismo, è una gigantesca operazione economica. Con la mano d'opera, pressoché gratuita, di milioni di uomini, il governo riesce a costruire colossali opere in vaste plaghe abbandonate del suo territorio (si pensi, per citare un solo esempio, al canale Stalin, che congiunge il Mar Bianco al Baltico) opere che l'Urss non potrebbe compiere in altro modo e nello stesso tempo.
    Di quelle enormi opere costruite col sacrificio e col sangue dei forzati, il governo sovietico va superbo, come andavano superbi i Faraoni d'Egitto delle loro immense piramidi.
    La storia, evidentemente, si ripete, anche a distanza di millenni, poiché la schiavitù, in tali forme, era scomparsa dal mondo dal tempo della venuta di Cristo. Ricompare oggi, in pieno secolo ventesimo, ad opera dei senza Dio.