Il dono più bello

    Ho voluto aprire questa breve narrazione con un semplice ma doloroso tratto di cronaca, riportato d'altronde ed in modo più diffuso anche sui giornali, e mi sono domandato se il grido supremo di un giovanetto innocente contro la brutalità e la morte non lo si dovesse accogliere e serbarlo come tesoro da consegnare ai posteri.
    Ma vi è una così grande pietà spontanea ed accorata intorno a questo Aspirante caduto, vi è una così magnifica esplosione di sentimenti alti e nobili, da dovergliene fare un omaggio postumo: testimonianza perenne della potenza che ha il sacrificio anche su coloro che non lo possono comprendere.
    E del resto non sono parole del Vangelo, coteste: «Nessuno ha amor più grande di questo: dar la vita?».
    Sì, dar la vita per Gesù, per la Fede, per l'Associazione, per il Ministro di Dio.
    Questo ha compiuto Cesarino Degli Esposti.
    Da molte ed anche autorevoli persone, è stato detto che l'attentato avvenuto proprio alla vigilia del Convegno dei giovani cattolici dell'Italia centro-settentrionale, aveva un motivo ben chiaro e preciso: spaventare, intimorire, allontanare la gioventù dal grande raduno. E se, nell'altra ipotesi, si voleva colpire il sacerdote, (in questo caso, ci troviamo di fronte ad un parroco stimato, buono e amato da tutti), questa vittima innocente sarà sempre un monito, una severa condanna all'odio, alla violenza, al satanico furore anticlericale che moderne dottrine seminano abbondantemente nelle coscienze già predisposte al male.
    Bologna, non c'è dubbio è una terra troppo infuocata da questo odio anticlericale: 22 sacerdoti uccisi prima e dopo la liberazione: triste primato che accora e rabbrividisce.
    Un altro giovane dell'Azione Cattolica, il senior Angelo Zucchini, dell'Associazione della Parrocchia dell'Arcoveggio, trovò la morte per mano di sicari.
    Ed ora è l'aspirante Cesarino Degli Esposti, che insanguina un'altra pagina del triste momento attuale. Ma fino a quando? Pare di vederlo ancora quel piccolo corpo straziato che viene ricomposto nella bara: dalla fronte, bella un tempo, ed ora sfigurata, esce un fiotto di sangue: in tutto il corpicino la morte ha infierito crudelmente: il fragile involucro è tutto uno strazio. «Ma perchè? perchè il mio?» si chiede la mamma. Quella madre che tutta la vita aveva vegliato in affanno e sudore perchè il figliolo le crescesse buono, alacre e bello se lo guarda impietrita, ancora non persuasa di perderlo. Il padre gli è accanto senza parola: egli gli aveva trasfuso tante doti, la costanza e la rettitudine perchè fosse di esempio a tutti. Una immensa pietà attorno: amici, parenti, dirigenti e giovani dell'Azione Cattolica gli si stringono in un palpito solo, vicini a Cesarino, il primo Aspirante martire.
    E per il modo col quale abbiamo potuto conoscerlo, dalle notizie del suo Parroco, dalle memorie affettuose della di lui genitrice, dalle informazioni preziose e dirette tratte dai suoi superiori di Collegio e dai Maestri di scuola, da lettere e documenti in nostre mani, siamo certi che lo spirito di Cesarino era vigile e pronto, generoso e angelico, e si disponeva a salire al Padre, come l'incenso della sera, come l'ala, non vista, della preghiera, come la piccola luce in cerca della sorgente, per dare ai suoi fratelli delle cento e cento Associazioni d'Italia il dono della sua vita, l'intercessione della sua purezza.