20 settembre 1947

    20 Settembre 1947.
    Era la vigilia del convegno della Gioventù Cattolica Italiana.
    Il giorno dopo, 21 settembre, Bologna doveva ospitare oltre centomila giovani per le celebrazioni a Giovanni Acquaderni e per l'apertura dell'80° Anno di vita della G.I.A.C.
    I giovani delle nostre Associazioni erano tutti mobilitati. Da mesi si lavorava con una alacrità insolita: in ognuno v'era un fremito di gioia e di festa.
    Il giorno di sabato una animazione inconsueta aveva già pervaso Bologna con la traslazione della salma del Fondatore dalla Certosa in Cattedrale. Folti gruppi di convegnisti erano giunti in anticipo da varie regioni e si erano già sistemati nei luoghi di raccolta per trascorrervi la notte, in attesa del grande giorno.
    Quella sera, in un paesino a due chilometri dopo Casalecchio sulla via Bazzanese, si compiva un vile attentato. Nella canonica di Ceretolo, in una stanza al pian terreno, un sacerdote e due ragazzi stavano attorno a un tavolo intenti a portare gli ultimi ritocchi ai preparativi per la partecipazione di quella Associazione al Convegno. Il Parroco del luogo, Don Guerrino Ghelfi, animava quel piccolo raduno col suo consiglio: l'aspirante tredicenne Cesarino Degli Esposti era intento a completare alcuni cartelli e l'esploratore Roberto Fornasari di anni quattordici, stava predisponendo alcuni scritti.
    Era una scena di dolcezza e di innocenza. Era la serena attestazione della fede di due fanciulli che volevano anch'essi portare un modesto contributo perchè l'incontro dei fratelli potesse riuscire completo e ben fatto.
    Cesarino cantava una canzone religiosa: era gaio come non lo fu mai: la sua anima libera e spensierata era intenta fino all'ultimo a lodare il Signore.
    Sono le ore 20,45. Una potente esplosione sconvolge tutta la stanza in un cerchio di morte. Il fragore impressionante è avvertito non solo nei paesi vicini, ma anche a Bologna nei quartieri Ovest della città.
    Le indagini successive hanno potuto accertare che si trattava di una forte carica di esplosivo chiusa in un bidone di latta e fatta esplodere con una miccia. La bomba rudimentale e di grande potenza, che soltanto un criminale poteva ideare, fu posta all'esterno della canonica proprio sulla soglia della porta corrispondente alla stanza di soggiorno dell'abitazione, dove il Parroco era solito restare fino a sera tardi.
    Evidentemente gli attentatori erano pratici e della canonica e delle abitudini del Sacerdote. La deflagrazione abbatteva la porta, sbriciolava i mobili nell'interno e danneggiava anche la parete esterna della casa.Il cadavere di Cesarino subito dopo l'attentato
    Fu un attimo.
    Cesarino Degli Esposti, colpito in pieno decedeva sul colpo con le mani sul petto quasi in forma di croce: e resta così, quasi volesse una volta ancora abbracciare la vita che gli fugge.
    Don Guerrino, investito da schegge, ha una spalla e il braccio destro fratturati e le sue condizioni restano tutt'ora assai precarie per un ritorno alla normalità delle sue mansioni tanto zelanti per il bene delle anime.
    Il piccolo Fornasari è colpito anch'esso, ma dopo dieci giorni d'ospedale ne esce guarito.