Riunioni di scuderia

Cosa dicono in cellula

  Ma che cosa dicono in cellula? È questa una domanda che si saranno rivolta anche i nostri lettori, ma senza ottenere risposta. Le adunanze in cellula infatti sono riservate; o meglio quelle degli adepti sono diverse da quelle per i simpatizzanti, per cui solo colui che non è iscritto al partito può imparare indirettamente ciò che si insegna nella cellula.
  Un giovane attivista del P.C.I. di Fabbrico, uscendo da una lezione di scuola di partito, ha smarrito un foglietto che poi è finito casualmente nelle nostre mani. Si tratta di un rettangolo di carta, ingiallito e consunto, sul quale sono scritte a matita alcune frasi che noi diligentemente trascriviamo.
  Evidentemente queste dovevano essere le frasi più salienti, gli slogan più efficaci del compagno papavero.
  Il giovane aveva scritto i suoi appunti su di un foglio di block-notes a quadretti, dove aveva notato pure dei conti di «dare ed avere».
  Ecco le frasi diligentemente annotate:
  «Se noi abbiamo l'impegno di essere servi dell'America siamo pronti a dire che noi non vogliamo servire costoro».
  «Lottare contro il Governo vuoi dire combattere per il bene della nostra vita. Ogni compagno è in dovere di combattere».
  «Il nostro governo è deciso di lasciare la democrazia».
  «Il nostro compito è di far sì di lottare per difendere le provocazioni che possono essere sulla stampa D.C.».
  Carino quel dovere di combattere contro il Governo che «è deciso di lasciare la democrazia»!

La scarsa intelligenza dei rossi

  Nell'estate del '53 la direzione Provinciale della Camera del Lavoro ha ritenuto opportuno dimettere dalla sua carica il segretario della sezione di Sassuolo signor Gemello Zanoli.
  Si è subito intuito che la severa misura era stata presa perchè lo Zanoli, che è una delle poche persone equilibrate che militino nel partito di Togliatov, non aveva la durezza di quell'acciaio del quale la Gran Madre Russa pretende siano rivestiti i suoi pedissequi figli.
  A sostituire il sindacalista deposto, sono venuti due «compagni» di Carpi, che fin qui non si sono certamente fatti notare per eccessivo acume.
  La nomina dei «forestieri», non deve avere soddisfatto i comunisti sassolesi, i quali, (trattandosi di un paese prevalentemente operaio) sono in gran numero e non dovrebbero ammettere che fra tanta gente non si possa trovare chi è capace di condurre la Camera del Lavoro.
  Evidentemente, le «autorità» provinciali del sindacalismo, hanno proprio ritenuto che la «gran massa» dei compagni locali non sia capace di dare il più modesto frutto.
  E se così hanno considerato loro, che dovrebbero conoscerli bene, nulla abbiamo da eccepire noi. Ci limitiamo solo a darne notizia.

Il convegno per la montagna

  Anche dalla vicina Modena i rossi non si lasciano sfuggire occasione per promuovere iniziative e progetti. Non ultima, in ordine di tempo, quella de «Il convegno regionale per la rinascita della montagna emiliana», tenutosi nella primavera del 1953.
  Abbiamo seguito con meticoloso interesse il «Convegno Regionale per la Rinascita della Montagna Emiliana» e allorquando abbiamo notato che la maggior parte degli inviti erano diretti ai Parroci, ci siamo detti che la famosa gatta non poteva a meno di covare.
  La iniziativa, che ha cercato di raggruppare il fior fiore dei professionisti, degli ecclesiastici e di altre persone comunque in vista, è partita dalla Amministrazione della Provincia di Modena, il cui Presidente, signor Gaetano Bertelli, ha fatto appello all’Unione Regionale della Provincia, per avere un Ente più autorevole da infilzare nell'amo.
  Alcuni sacerdoti — ingenui! — che hanno assistito al Convegno Regionale per la Rinascita della Montagna, tenutosi a Modena nei giorni 7 e 8 Febbraio ultimo scorso, hanno capito l’antifona e scoperto «er macchiavello» dopo avere ascoltati i vari oratori che cominciando dalle alte vette dell'Appennino, sono scesi fino alla rossa valle, mostrando, ad intervalli regolari, il legno tarlato sotto la scarlatta vernice.
  Non ci voleva molto a capire che questi... cittadini, che tanto s'interessano dei problemi montanari e che reclamano scuole, biblioteche, centri culturali e corsi professionali, alimentazione abbondante e ricca di vitamine, una vasta rete di ambulatori, pronti soccorsi, preventori e costruzioni di ospedali, alberghi, strade, valorizzazione del legno e delle castagne, la bonifica integrale delle abitazioni ecc. ecc, e che fanno appello al Governo perchè conceda subito i mezzi adeguati per mutare Ponte del Dolo in New York, dando la assoluta priorità sulle spese improduttive, non potevano essere in buona fede, ma operavano con un fine preconcetto e subdolo: quello di ingraziarsi i paesi appenninici, dimostrando che solo loro — i diversi Bertelli — pensano all’avvenire dei poveri montanari, che sono stati i più colpiti dalle conseguenze della guerra (e questo non lo mette in dubbio nessuno!) e che solo essi, se andassero al potere, porterebbero sulle più alte vette anche la televisione.
  Si afferma che dopo avere sfruttato «i bisogni della montagna», il Presidente della Amministrazione Provinciale organizzerà il Convegno per «il Risveglio della Valle Padana» e reclamerà dal Governo (sempre con precedenza sulle spese improduttive) tutti gli acquedotti che mancano, le fognature che dovrebbero esservi, le scuole che scarseggiano, l’asfaltatura delle strade da transito quasi impossibile ed i ricoveri che sono ancora in progetto, le molte e molte case popolari che dovrebbero evitare la peccaminosa e pericolosa promiscuità nella quale vivono infinità di famiglie ed anche — perchè no — l'alimentazione più ricca di vitamine.
  Anche qui verrà redatto un apposito verbale, che lascerà ai gonzi l'impressione che vi sono degli uomini che possono tutto sistemare con due o tre riunioni alle quali, per mascherare il malinconico carattere, si invita, con speciale riguardo, i parroci della zona.
  Ma il secondo tentativo avrà lo stesso esito del primo, perchè il «Convegno della Montagna» ha partorito il solito topo.

35 riunioni la settimana...

  Le riunioni rosse si intensificano sempre più, mettendo alla prova del fuoco la adamantina obbedienza dei compagni. Pare che il primato almeno in quanto all’abnegazione sia detenuto da una Villa della Bassa Reggiana, nei pressi di Campegine. In questa Villa, infatti, si dice che in una sola settimana siansi tenute ben trentacinque riunioni! Questa sì che si chiama vitalità di partito! Naturalmente gli argomenti trattati non corrispondono al numero delle riunioni: si tratta di quei tre o quattro «slogan» ormai stereotipati e ammuffiti, assegnati dalle alte sfere delle Botteghe Oscure, come temi da svolgere, ai buoni ed ubbidienti scolaretti. Motivi che appaiono su tutti gli angoli delle case e sulle bacheche e persino sull’asfalto delle strade.