Si fanno assertori del miracolo pur di danneggiare la fede

    Dico subito di che si tratta. Un fenomeno curioso, che ha interessato gli scienziati e che a raccontarsi sembra incredibile, si ripete ogni anno su un cocuzzolo di monte in diocesi e provincia di Bologna. Si ripete fedelissimamente, a memoria d'uomo, ogni anno tra le due feste della Madonna dall'8 settembre al 15.
    Le circostanze, la località e l'apparente inspiegabilità, danno veramente all'episodio una patina di misterioso e di miracoloso. A raccontarlo si rasenta perfino d'esser presi per ingenui. Nasce nell'ascoltare una ribellione di scetticismo. Nacque in me quando me lo dissero e nascerà sicuramente anche in voi se avrete pazienza di leggere quanto segue.
    Io vi dico però che quello che scrivo l'ho visto coi miei occhi. Il fenomeno avviene. Realmente le formiche alate in fitti sciami salgono sul monte e muoiono sull'altare della Madonna. Il Monte ora si chiama «MONTE DELLE FORMICHE» e le formiche «FORMICHE DELLA MADONNA».
    Ma procediamo con ordine. Si tratta di questo.
    Tra l'Idice e il Zena cioè nell'appennino tosco-emiliano a circa 27 chilometri da Bologna s'alza un balcone di sasso addirittura. Come altezza non è molta: poco più di 400 metri. E' lo strapiombo sulla vallata dell'Idice che è a picco. Su questo picco montagnoso è situata una chiesa. Ho detto male: era situata una chiesa fino all'ottobre '44, data in cui venne distrutta dalla guerra. Rimase in piedi solo l'arco maggiore del presbitero sotto cui c'era la nicchia con l'immagine della Madonna. Ed anche questo io l'ho visto coi miei occhi. Realmente tutto è a terra sbriciolato, eccetto l'arco e la nicchia. L'Immagine fu poi portata a Castelnuovo e riportata sul suo Monte l'8 settembre del '45. Ho detto sul suo Monte, ma non proprio nella sua nicchia.
    Fino a quando non sarà ricostruita la nuova chiesa è nella cappellina del cimitero.
    Le formiche ogni anno vengono qui a morire.
    Arrivano sciami di formiche alate da tutti i punti cardinali. Imbucano la strada della chiesa e vanno verso il cocuzzolo. Volano ad una altezza di un metro a tre. Nugoli foltissimi. Questo è un fatto inoppugnabile. Arrivate sul cocuzzolo cadono morte. Generalmente, quando c'era la chiesa, davanti la porta e sull'altare maggiore; altre dentro il campanile. La gente che ha una grande venerazione per la Madonna, stendeva i lenzuoli davanti la chiesa e raccoglieva le larve morte, le accartocciava in piccoli cartocci di carta e se le portava a casa per devozione. Non c'è famiglia che non ne conservi dentro la biancheria.
    Questo il fenomeno che ha interessato anche i naturalisti dell'Università bolognese i quali sono giunti a stabilire varie ipotesi: si tratterebbe di un tipo di formiche alate speciali nel cui istinto è insito il seguire certi filoni di terreno. Durante il viaggio feconderebbero e giunte su quello strato di terreno più (diciamo così) pepato, morirebbero.
    Voi pensate come volete. Che non sia un miracolo ne sono convinto e certissimo come convinto e certissimo ne è il parroco don Severino Righi.
    Senonchè questo giovane parroco che si è rifiutato di cooperare ad una vera e propria superstizione stendendo lenzuola e facendo i cartoccini di formiche della Madonna, ha dato ansa ai comunisti di divulgare tra i buoni parrocchiani che «i preti sono contro Cristo e la Madonna». Infatti, gli attivisti comunisti, il giorno della processione e cioè l'8 settembre, vennero con le loro bandiere e tentarono di farsi paladini del miracolo contro i «preti negatoti di Cristo».
    Curiosa gente però questi comunisti. Oh, non s'era d'accordo che il miracolo è l'arma della reazione clericale? Anzi, stando al titolo di una conferenza che l'on. Donini ha ripetuto in tutti i teatri d'Italia, «il miracolo, arma dei preti»?

Valle di Zena, settembre 1949.