Prefazione

    Le pagine che seguono hanno un valore irrefutabile perché obiettive. Si portano dei documenti: si fanno parlare i fatti, si raccolgono le testimonianze, si puntualizza la cronaca.
    È qui mi pare il pregio e la caratteristica del lavoro che Padre Toschi, un francescano dall'anima ardente e dal piglio combattivo, ha pazientemente compiuto. Si può dire che il polemista si è controllato e lo scrittore ha rinunciato a se stesso. Tutto è sobrio e testuale. Parlano le cose, cioè gli episodi e delle tre parti di cui il libro si compone, la terza è certamente la più impressionante.
    Sono i fanciulli stessi che nello stralcio dei loro componimenti e delle loro confessioni si alzano come giudici ad accusare i loro dirigenti comunisti che inoculano nel cuore innocente tante ombre infauste, tanti errori fatali, tante sconsacrazioni sacrileghe. Quando si pensa a ciò che i bambini hanno scritto e si ricorda ciò che le famiglie stesse, con rinnegamento della più sacra delle funzioni, quella educativa, hanno osato di compiere, si rimane angosciati e sdegnati.
    Questo è il trittico doloroso ed eloquente in cui sono riassunte le prove delle opere disgregatrici del comunismo irreligioso.
    I fatti sono fatti. I dirigenti comunisti possono enunciare delle posizioni apparentemente irreprensibili: cioè che essi stanno al di là e al di fuori del problema religioso, rispettano le posizioni tradizionali e non intervengono negli stati di coscienza dei loro iscritti come del popolo in generale.
    In realtà ciò non è vero e non è possibile per la stessa forza delle idee che il comunismo pratica con coerenza ferrea e che lo portano alla negazione e alla lotta antireligiosa.
    Si potranno imporre dei controlli ai dirigenti, cautelarsi nell’azione, velare i veri intendimenti; ma la finalità ultima è quella: dare all'uomo la fede nelle proprie forze esclusive materiali, credere che la redenzione è nell’immanente realtà della storia, respingendo ogni trascendenza, ogni Provvidenza, ogni mistica presenza di Grazia e di vita soprannaturale.
    E cosa è questo se non immane sacrilegio compiuto nella coscienza popolare e dentro alla delicata orbita spirituale dell'infanzia?
    Il libro di Padre Toschi mette dei punti fermi nella voluta imprecisione comunista e toglie il velo alla sfinge: respinge
    l'equivoco e affronta onestamente anche se duramente la realtà. E allora, dobbiamo aspettare a svegliarci quando i campi saranno devastati e la vigna spogliata?
    Il volume in parola è una denuncia, ma non è il valoroso francescano il pubblico ministero, bensì lo sono i fatti che egli ha raccolto. Sono essi che accusano e difficilmente i responsabili, lontani o immediati di questi fatti, potranno sfuggire alla condanna morale del lettore.
    Bisogna vigilare sul gregge, perché i lupi rapaci non menino strage tra gli agnelli. Ed è proprio l'infanzia, è la gioventù, cioè la parte più sensibile e indifesa della nostra umanità, che viene ad essere insidiata e sedotta.
    Le pagine di Padre Toschi sono una presa di posizione coraggiosa, leale, aggressiva in senso buono. Saranno lette con grande frutto e resteranno come documenti di un periodo tormentoso e di una età travagliata. Alla fine di tutte queste esperienze l’esito non è dubbio e la storia, di cui anche questo volume è un capitolo, sarà rilegata in un’opera completa il cui titolo si può prevedere: «fine dei persecutori».

Onorevole RAIMONDO MANZINI