Ciò che dicono

Parte seconda

Ciò che dicono

    Ai Capi autorevoli del Partito Comunista Italiano ed alla stampa ufficiale del Partito noi chiediamo il loro atteggiamento nei confronti della religione. È chiaro che una risposta più qualificata e impegnativa della loro non può aversi. Ex ore tuo te iudico, dice un antico proverbio; io ti giudico dalle tue parole. Gli uomini onesti e intelligenti giudicano il P. C. I. dalle affermazioni dei suoi dirigenti.

Su la identità del comunismo italiano e del comunismo ateo

    1) Il comunismo marxista-leninista, in se stesso e al di sopra di ogni nazionalità, è assolutamente nemico di ogni religione?

    Sì, lo affermano apertamente i Fondatori e Maestri del comunismo: Marx, Engels, Lenin, Stalin.
    MARX: «La felicità del popolo esige che la religione venga soppressa».

(Oeuvres philosophiques, Costes, Paris 1946, t. I, p. 84). 

    ENGELS: «Vogliamo sbarazzarci la via da tutto ciò che è sovrannaturale e sovrumano: perciò abbiamo dichiarato guerra una volta per sempre alla religione, e poco ci curiamo se ci chiamano atei «.

(Catechismo dei comunisti, ed. Gentile, Milano 1945, p. 158). 

    LENIN: «Il marxismo è materialismo e, come tale, esso è altrettanto implacabilmente ostile alla religione, quanto lo è il materialismo degli enciclopedisti del XVIII secolo o il materialismo di Feuerbach. Ciò è innegabile».

(Art. L’atteggiamento del partito operaio verso la religione: v. opuscolo Sulla religione, Ed. Rinascita, Roma 1949, p. 24). 

    STALIN: «Riteniamo ogni religione come il nostro massimo nemico: perciò non si deve mai parlare di tolleranza verso di essa, essendo ciò contrario al nostro ultimo scopo».

(Discorso alla Radio, Novembre 1936). 

    2) Il Comunismo Italiano, nei riguardi della Religione, è differente dal comunismo marxista, leninista, dichiaratamente ateo?
    No: il comunismo italiano è ateo e contro la religione, perché il suo Capo, Togliatti, ha autorevolmente dichiarato che l'ideologia e la dottrina del P. C. I. è il marxismo-leninismo.

    3) Come suonano le dichiarazioni di Togliatti a questo proposito?

    Non si tratta di discorsi nei quali si può essere più o meno impegnativi, ma di scritti apparsi in pubblicazioni ufficiali. Togliatti ha scritto così:

    «Guida ideologica di questo Partito (comunista) non può essere che la dottrina marxista-leninista».

(Rinascita, ottobre-novembre 1944). 

    «Noi seguiamo la dottrina elaborata da Marx e da Engels, sviluppata ulteriormente ed arricchita di nuove esperienze da Lenin e da Stalin».

(Rinascita, settembre-ottobre 1945). 

    «L’ideologia che ci ha guidati e ci guida nel determinare le nostre posizioni è l'ideologia marxista.... Sarebbe strano che si chiedesse agli uomini che dirigono il nostro partito che non si rivolgessero più, come a guida sicura, a Marx, a Engels, a Lenin, a Stalin.... Due sono le direttive del partito: prima, seguire la linea ideologica di Marx, Engels, Lenin e Stalin; seconda, attuare in Italia un regime sul modello di quello russo».

(Unità, 5 gennaio 1948). 

    «Il rafforzamento organizzativo, politico, ideologico dei partiti comunisti e operai sulla base dei principi del marxismo-leninismo è la principale condizione di successo della classe operaia».

(Unità, 29 novembre 1949). 

    Rivolgendosi al compagno Stalin, Togliatti scrive:
    «Voi, guida geniale, ispiratore e capo... ci avete insegnato ad essere fedeli fino alla fine ai principi del marxismo-leninismo. In voi, compagno Stalin, noi salutiamo la forza invincibile del marxismo-leninismo». (Unità, 22 dicembre 1949).

    4) Si hanno altre affermazioni autorevoli su l'identità del comunismo italiano col marxismo ateo?

    Togliatti, al Congresso Nazionale del P. C. I. tenuto a Milano, il 4 gennaio 1948, chiudeva così il suo discorso:
    «Noi rivolgiamo il nostro saluto al partito bolscevico dell’U. R. S. S., ai suoi dirigenti che hanno saputo realizzare quelle vittorie, perché hanno tenuto fede ai principi del marxismo, ai principi formulati nel 1848. Anche il nostro partito, se vuole andare avanti, se vuole continuare a svilupparsi come una grande forza politica, democratica e rivoluzionaria, deve saper tener fede, compagni, alla eredità del nostro partito, alle sue tradizioni».
    In occasione del 70° anno di vita di Stalin, il Comitato Centrale del P. C. I. inviava a lui un messaggio, in cui fra l'altro si dice:
    «La dottrina del marxismo-leninismo ha avuto in te un interprete geniale. Tu ci hai insegnato l'arte bolscevica di tener fede ai principi marxisti. Il Comitato Centrale del P. C. I., compagno Stalin, ti assicura che i comunisti italiani sapranno essere fedeli fino alla fine alla gloriosa bandiera di Marx, Engels, Lenin, Stalin».

(Unità, 21 dicembre 1949). 

    L’On. LONGO, Vice Segr. Nazion. del P. C. I., nella sua relazione al Comitato del P. C. I. tenutosi a Roma nel settembre del 1948, si rammarica perchè «di fatto, sul piano ideologico, si è interpretato l’articolo dello statuto (il quale dice che si può essere membro del partito indipendentemente dalla fede religiosa e dalle convinzioni filosofiche) come una direttiva di neutralità, di indifferenza nei confronti delle ideologie avversarie, delle ideologie non comuniste, delle storture e contaminazioni dei nostri principi». E perché non si possa dubitare che tra queste ideologie avversarie va compresa la religione cristiana cattolica, lo stesso Longo addita la Chiesa Cattolica come nemica del comunismo e dice crudamente: «Il Partito Comunista non può restare neutrale di fronte al sopravvivere delle idee e delle teorie rinsecchite che hanno fatto il loro tempo, deve sbarazzarsene la strada.... Questo deve fare il Partito Comunista non solo nel campo ideologico-politico, ma in tutti i campi: letterario, artistico, scientifico, perché il materialismo è una concezione completa del mondo e della vita, e abbraccia tutti i campi dell’attività umana».

(Unità, 24 ottobre 1948). 

    5) Si ricordano altre dichiarazioni molto esplicite ed autorevoli?

    Sì, e son dovute agli Onorevoli Scoccimarro e Colajanni, membri del Comitato Centrale del P. C. I.
    L'On, SCOCCIMARRO ha scritto: «... guidati dalla dottrina comunista che non abbiamo mai messo da parte e che non metteremo da parte in nessun modo».

(Su alcuni aspetti del nostro programma, ediz. l'Unità, Roma 1947, pag. 5). 

    «Una cosa è certa e rimane ferma e immutabile: noi siamo comunisti, ed oggi come ieri restiamo comunisti».

(Dottrina marxista e politica comunista, ediz. l'Unità, Roma 1946, pag. 24). 

    L’On. COLAJANNI, in un pubblico dibattito col P. Morlion, tenuto a Palermo il 20 dicembre 1949, intorno ad un argomento religioso, disse:
    «Noi siamo nella linea coerente del pensiero di Marx e Engels».

    6) Si può dimostrare con assoluta certezza che il Comunismo Italiano segue perfettamente, intorno alla religione, i grandi Maestri: Marx, Engels, Lenin e Stalin?

    Sì, e la testimonianza irrefutabile è data da un volumetto, pubblicato a cura della Direzione centrale del P. C. I., e da leggersi e spiegarsi in tutte le cellule. Si tratta dell’opuscolo «I Comunisti e la religione», fascicolo n. 11 (15 settembre 1949) dei Corsi per Corrispondenza.
    Ricordiamo alcune frasi che servono da sottotitolo nel Capo I:
    «Il materialismo filosofico marxista insegna che non esistono cose inconoscibili e che la scienza e la pratica degli uomini sono sufficienti a far conoscere il mondo e le sue leggi». (Pag. 4).
    «La religione non è nata con l’uomo». (Pag. 6).
    «Prime manifestazioni religiose. - Come la Società di Classi ha influito sulla nascita della religione». (Pag. 6).
    «Il cristianesimo si trasforma nel corso dei tempi e si adatta alle condizioni materiali della società». (Pag. 11).
    «La Società senza classi (cioè il comunismo realizzato) crea le condizioni per il superamento del sentimento religioso». (Pag. 16).
    Il Capo V (Pagg. 30-37) ha come titolo:
    «La funzione antinazionale ed antidemocratica della Chiesa in Italia». Questo si chiama parlare chiaro!

    7) C'è stata una chiara presa di posizione da parte della Direzione del P. C. /., per richiamare tutti gli iscritti a tenersi fedeli alla dottrina marxista-leninista atea?

    Sì, e trattasi del rapporto della Direzione Centrale del P. C. I., presieduto da Longo, nel settembre 1948. Il rapporto è molto chiaro:
    «La storia è la storia delle lotte di classi e non del volere di Dio... il socialismo marxista abbraccia tutti i campi dell’attività umana... dunque il rafforzamento ideologico di tutto il partito comunista è la condizione prima per poter realizzare la propria politica».

    8) Che cosa si deve intendere per «rafforzamento ideologico « del partito?

    I dirigenti massimi del P. C. richiamano gli iscritti a pensare che per il successo politico è necessario aderire più fortemente all’ideologia marxista-leninista atea, e farne maggiore propaganda.

Intorno alla religione in genere e all’esistenza di Dio

    9) Sul modo di comportarsi dei comunisti più progressivi, ossia atei, e dei dirigenti del partito verso la religione, si è avuto un richiamo autorevole dall’alto?

    Sì, e precisamente da parte del compagno Secchia, Vice Segretario del P. C. I. - In un suo articolo, nel n. 7-8 del «Quaderno dell’attivista», trattando di alcuni atteggiamenti opportunistici di iscritti al Partito, Secchia dice:
    «Anche il problema dell’atteggiamento dei comunisti di fronte alla religione non è sempre impostato come si dovrebbe. Nel partito non si fa un sufficiente lavoro di educazione. Noi non dobbiamo abbandonarci all’anticlericalismo di vecchio tipo. Dobbiamo però diffondere i principi fondamentali della nostra dottrina, dobbiamo dare ai nostri quadri, ai nostri compagni una educazione marxista-leninista....
    La linea di condotta pratica dei compagni comunisti non credenti non può essere la stessa di quelli che seguono una determinata fede religiosa.
    Non dovrebbero essere tollerate certe forme di ipocrisia e di opportunismo di compagni atei, non credenti, i quali si sposano in Chiesa, o contribuiscono con i loro atteggiamenti pratici alla rinascita di manifestazioni religiose.
    Quando compagni non credenti capitolano di fronte alla pressione clericale e assumono in pratica atteggiamenti opportunisti, in contrasto con i loro principi e con le loro convinzioni, contribuiscono a illudere e ingannare le masse».

(V. I Comunisti e la Religione, p. 43-4). 

    10) Sperano i comunisti italiani di riuscire a far scomparire la religione cristiana e sostituirle un’altra?

    «La liberazione dalla religione, come strumento oppressivo, non può avvenire che nella nuova società, dopo vinta la battaglia rivoluzionaria.... Vogliamo fornire alle coscienze un nuovo contenuto positivo, una nuova e completa fede umana, da sostituire all’antica».

(La Verità, quindicinale comunista che traduce per 1'Italia la Pravda, Milano, 27 maggio 1946).

    11) Ma come si spiegano allora le altre dichiarazioni di rispetto verso la religione fatte da Togliatti?

    Esse fanno parte della tattica leninista, per la quale si vuole conquistare la fiducia dei lavoratori verso il partito, ingannandoli; al fine di raggiungere il potere, se possibile, attraverso una maggioranza popolare.

    12) I dirigenti, i dottrinali del P.C.I. e i «veri» comunisti italiani credono in Dio, nelle verità eterne della fede?

    «I comunisti constatano semplicemente che non esistono verità eterne in astratto».

(Ambrogio Donini, in Vie Nuove, 15 maggio 1949). 

    13) I comunisti italiani, quando parlano francamente, si dichiarano religiosi o no?

    Contro l’accusa rivolta al P. C. I. di odiare Dio, l’On. TOGLIATTI risponde che il suo Partito non può odiare Dio, perché «l'ateo, avendo abbandonato la concezione di un Dio personale e trascendente, non può riferire a Dio né il verbo odiare né il verbo amare. La sua concezione del mondo, della vita, della morale è costruita in modo tale che simili espressioni per lui non hanno più nessun significato».

(Togliatti, Pace o guerra, «Milano - sera», Milano 1949, p. 85). 

    «È assurdo pensare che noi (comunisti) possiamo essere dei religiosi».

(Vie Nuove, 8 maggio 1949, p. 2). 

    «Ci sono dei compagni nel nostro Partito, che sono atei e non hanno il coraggio di palesarsi tali, quasiché fosse vergogna per loro. Ebbene sappiano questi compagni, che l'essere atei nel nostro partito è motivo di orgoglio perché i veri comunisti sono atei».

(Velio Spano, Quotidiano Sardo, 28 maggio 1949). 

    «La differenza fra religione e superstizione non ha certo una base seria. Ogni credenza religiosa è una 'superstitio'...».

(A. Donini, Vie Nuove, 12 giugno 1949). 

    14) Il comunismo italiano cosa ne pensa dell’esistenza di Dio?

    Il compagno Lombardo-Radice, uno degli esponenti intellettuali del P. C. I. (il cosiddetto «culturame italiano»), volendo dimostrare che non esiste Dio, come creatore del mondo, scrive:
    «Il problema del motore primo (ora, come sempre, vecchio rebus) è cosi eliminato: esso è un problema metafisico, che deriva appunto dalla arbitraria separazione tra materia e movimento e dalla loro contrapposizione rigida».

(Vie Nuove, 5 giugno 1949). 

    «Secondo il marxismo, ripetiamo, non è dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma sono gli uomini che nella loro condizione di sviluppo hanno sempre creato la divinità e la religione a propria immagine e somiglianza».

(I Comunisti e la Religione, p. 8). 

    15) Credono i comunisti nella Provvidenza divina?

    «E mentre la religione vorrebbe far credere che anche la vita dell’uomo e il suo destino sono nelle mani dello stesso dio, che ha creato l’uomo ed il mondo, il marxismo sostiene che la storia degli uomini è opera degli uomini stessi, anche se non sempre ne hanno avuto, e ne hanno coscienza».

(I Comunisti e la Religione, pag. 5). 

    L’On. LONGO: «La storia non la fanno né il destino né Dio, ma gli uomini con la loro lotta.... 'la storia è la storia delle lotte di classi e non del volere di Dio’(Marx)».

(Unità, 24 settembre 1948). 

Contro la Chiesa, il Papa e il Clero

    16) Cosa pensano i dirigenti e i «veri» comunisti della Chiesa Cattolica?

    È impossibile riferire le obbrobriose calunnie che dalla stampa comunista si vanno inoculando negli iscritti al Partito contro la Chiesa. Ecco, ad esempio, quanto è scritto in un testo ufficiale del P. C. I.:
    «... la Chiesa, con l'arma ipocrita della difesa della religione, ingannando la buona fede delle masse più arretrate, è diventata il nuovo centro di raccolta della reazione italiana, l’ultimo baluardo di difesa delle classi ricche e sfruttatrici».

(I Comunisti e la Religione, p. 37). 

    Le calunnie e le minacce più volgari contro i Sacerdoti e la Chiesa sono state lanciate dall'On. Togliatti, nel discorso tenuto a Bologna, il 23 settembre 1951:
    «Queste gerarchie (della Chiesa Cattolica) sono sempre state parte integrante e sostegno attivo delle nostre classi ricche e privilegiate. Ma è bene che da ora in avanti questa responsabilità sia fatta presente anche all’ultimo dei cittadini e anche all’ultimo dei sacerdoti. Voi siete responsabili se nel nostro paese si chiudono le fabbriche, si lasciano gli operai senza pane e senza lavoro; voi siete responsabili se abbiamo un governo di inetti e di cinici, che predicano l’odio contro i lavoratori mentre stringono la mano ai banditi della Sicilia; voi siete responsabili se si nega il pane a chi vive soltanto del lavoro; voi siete responsabili se il nostro paese viene spinto verso la guerra. A questa responsabilità voi non sfuggirete più. Tornate indietro finché siete in tempo, altrimenti non dubitate che anche voi dovrete subire i colpi da cui verrà travolta questa società fondata sull’ingiustizia, sull’inganno, sull’oppressione dei lavoratori «.

(Unità, 25 settembre 1951). 

    17) Che cosa pensano i comunisti del Papa?

    La stampa ufficiale e non ufficiale del P. C. I., a brevi intervalli, si scaglia violentemente contro la persona dell’attuale Pontefice, falsificando il suo insegnamento e additandolo al disprezzo del popolo, come fautore di guerra ed alleato delle classi capitaliste.
    Per rendersi conto del tono di simili attacchi violenti basti riferire alcune affermazioni dell’On. Togliatti.
    Il leader comunista nell’articolo «Dio e il Patto Atlantico» (Rinascita, 1949, febbraio), che voleva essere una risposta all’«Esortazione Apostolica di S.S. Pio XII all’Episcopato Cattolico per riparare i gravissimi peccati dell'ateismo e dell'odio contro Dio», così si esprime:
    «Essa si riduce a poche righe, ma gravi, di significato minaccioso. In esse si dice che, di fronte a quella ch'egli descrive come l’offensiva dell'ateismo, il Papa saluta con gioia e approva quelle iniziative che, allo scopo di sventare tali minacce, tendono a riunire le nazioni in alleanze con vincoli sempre più stretti. Ci siamo e abbiamo capito: contro gli odiatori di Dio il blocco di Londra e il Patto Atlantico. È la prima volta che dal Vaticano esce una parola così grave. Qui viene chiaramente detto senza reticenza né infingimenti che il Papa vuole la Santa Alleanza contro i popoli che hanno commesso il terribile sacrilegio di liberarsi dal capitalismo e dall’imperialismo... le imprese di guerra vengono cosparse d'acqua santa.... Da una parte v’è chi minaccia di uccidere o mutilare milioni di uomini. Dall’altra vi è chi vuole la pace, offre la pace.... Il Papa è coi primi: il Papa è contro i secondi!».

(V. anche opuscolo Pace o guerra, pp. 84-88). 

    18) I comunisti italiani dicono che sono contro la Chiesa, ma non contro la religione: si può credere loro?

    No, perché la storia ci insegna che tutti i nemici di Dio e della religione hanno sempre incominciato col combattere la Chiesa, per poi arrivare alla negazione di Dio e alla lotta contro la religione.

    19) Nella lotta contro la Chiesa, i comunisti italiani agiscono di loro iniziativa, oppure si uniformano a precise direttive dell’alto?

    Un recente libello, lanciato dalla Commissione Stampa e Propaganda della Direzione Centrale del P. C. I., diretto agli attivisti delle Federazioni comuniste, si apre con un articolo dal titolo «Direttive di lavoro». Le direttive sono queste:
    «La nostra posizione nei confronti del problema religioso deve tener conto dell’azione della Chiesa Cattolica, fattasi strumento della politica reazionaria e dell’intervento del Vaticano a favore dell’azione dell’imperialismo americano contro l'indipendenza del nostro Paese».

    20) Si nota in questi ultimi tempi, nel P. C. I., un rincrudimento della lotta contro la Chiesa e la religione?

    Sì, e può osservarsi nella pubblicazione e diffusione nelle cellule e fra gli iscritti di libercoli impudentemente denigratori del Papa e del Clero, e spesso palesemente ostili alla fede religiosa.

Stampa ufficiale antireligiosa

    21) Quali sono i libelli, pubblicati di recente dai comunisti, che più violentemente attaccano la religione e la Chiesa?

    Ricordiamo i seguenti:
     1) I Comunisti e la Religione. - Fascicolo n. 11 dei Corsi per Corrispondenza (15 Settembre 1949). Direzione Centrale del P. C. I. Roma.
     2) Il Vaticano accusato dai cattolici. - Cultura Nuova Editrice - Milano 1949.
     3) Giulio Belli, Ma il Vaticano... chi lo scomunica? - Cultura Nuova Editrice - Milano 1949.
     4) Giorgio Candeloro, L'Azione Cattolica in Italia - Editrice Problemi d’Oggi - Roma 1949.
     5) Voltaire, Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Milano 1949.
     6) Feuerbach, L’essenza del cristianesimo, a cura di Antonio Banfi, Milano 1949.
     7) Lenin, Sulla Religione, edizione Rinascita, Roma 1949.
     8) G. De Rosa, Pro e contro Mosca, ed. Milano Sera, Milano 1949.
     9) Morreale Nikoleos, La scomunica del 14 luglio 1949, Arbiter Elegantiarum, Genova 1949.
    10) S. Maccarone, Un cappellano nell’Unione Sovietica, C. D. S. Roma 1950.
    11) Carlesimo Roberto, Breve compendio di storia «italica», Tip. Artigiana Mengarelli, Roma 1950.
    12) Sceinman M. M., Il Vaticano tra due guerre, trad. di G. De Caria, ediz. Cultura Sociale, Roma 1951.

    22) Con quale criterio scientifico sono scritti tali libercoli?

    La menzogna, spudorata e cosciente, è il criterio che presiede alla compilazione. Basti questo esempio:

    Nell'opuscolo «I Comunisti e la Religione, a pagina 36 si legge: «L’Enciclica (Rerum Novarum) afferma non essere vero che l’accentramento della ricchezza nelle mani di pochi sia la causa della miseria dei molti e dei mali da cui è afflitta la società».

    Orbene, proprio all'inizio, l'Enciclica Rerum Novarum dichiara:
    «... le mutate relazioni tra padroni ed operai: l'essersi in poche mani accumulata la ricchezza e largamente estesa la povertà...: questo insieme di cose e i peggiorati costumi han fatto scoppiare il conflitto».

(Conf. Le Encicliche sociali dei Papi, a cura di L Giordani, Roma 1944, pag. 131). 

    23) Esiste altra stampa periodica marxista ove si combatte la Chiesa e la religione?

    Sì, e in abbondanza.
    Il defunto settimanale «Don Basilio», calunnioso e pornografico, ebbe il compito di gettare il fango su le cose più sante e specialmente sul Clero; «Calendario del popolo», tentativo di aggiornamento della cultura e della scienza alla luce di principi anticristiani; «Quarto Stato», mensile di cultura marxista, che volentieri sottolinea i presunti torti della Chiesa: «Vie Nuove», settimanale di orientamento e di formazione comunista, che conduce una persistente lotta contro la Chiesa Cattolica e rigetta anche le verità fondamentali del cristianesimo; «Rinascita», rassegna di politica e cultura italiana, areligiosa ed anticlericale; «Pattuglia», per la formazione della gioventù al marxismo ateo e rinnegatore della morale cristiana: «Pioniere», organo delle A. P. I., che in modo subdolo e scaltro tende alla scristianizzazione dell’infanzia; «Notizie Sovietiche», redatto dall'Ufficio Stampa dell'Ambasciata dell'U.R.S.S.

    24) Come è giudicato dai dirigenti del comunismo italiano il Decreto del S. Uffizio del 1° Luglio 1949?

    Nell'opuscolo «I Comunisti e la Religione», a pagina 43 si legge: «Il recente decreto del S. Uffizio, che lancia la scomunica ai lavoratori del Partito Comunista, è l'ultimo aspetto di questa tendenza della Chiesa: sorreggere le forze politiche e sociali in decomposizione; impedire o ritardare ogni rinnovamento politico o sociale; spezzare l'unità delle masse che lottano per la propria emancipazione».
    Nel libercolo «Ma il Vaticano... chi lo scomunica?», a pagina 12, ove si parla della scomunica come di un ferro vecchio, si legge:
    «Oggi che il S. Uffizio — in difesa della posizione e delle alleanze capitalistiche della Chiesa — lo ha risfoderato, il ferro è apparso irrimediabilmente arrugginito».
    Sull'«Avanti», giornale, come è noto, più comunista dell'«Unità», del 30 Luglio 1949, si dice che la scomunica è «un’arma inefficace, ridicola e medioevale che non ha impressionato affatto le masse credenti o no».