Cronistoria della parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico - 1929

Nel gennaio 1929 dal 7 al 15 e nel febbraio seguente dal 2 al 18 si è avuto freddo intensissimo, con neve abbondantissima dal 10 al 16 febbraio. Il freddo ha dominato in tutta Europa, arrecando presso di noi gravissimi danni alle piante, specialmente alle viti, sì che interi filari hanno presentato il fenomeno di essere sordi alla primavera, e parte di quelle piante che hanno germogliato non hanno resistito al caldo. Perciò il raccolto dell’uva nel 1929 in parecchi fondi è stato assolutamente nullo; in altri quasi.
Il parroco ha raccolto di primizia uva quartarole due e mezzo. In conseguenza la raccolta di questo prodotto nel 1930 è stato scarso, e solo nell’anno 1932 è risultato normale.

Nonostante gli importanti restauri del 1921, in cui furono spese ben 14.397 lire, compresa la nuova casella, il fabbricato ad uso abitazione del fondo Chiesa minacciava rovina, trattandosi di costruzione assai vetusta. Perciò nell’aprile 1929 fu giocoforza addivenire alla sua demolizione, eccettuata la stalla, della quale però fu necessario rifare le colonne dalle fondamenta, come pure dalle fondamenta si rifece la casa. Per avere un’idea del come era il fabbricato basti dire che era costruito quasi completamente di mattoni sì, ma connessi, invece che colla calce, colla malta, e le fondamenta, pure in malta in buona parte, erano a non più di 25-30 cm. dal piano; cosicchè durante i lavori di demolizione i muri crollarono all’improvviso, e fu certo grazia speciale se non si ebbero a lamentare guai ai muratori. Il nuovo fabbricato venne costruito con materiale ottimo; il pianterreno con muro di 30 cm., mentre superiormente è di 15; col volto di poutrelles per tutta la casa.
Si costruirono i seguenti vani (la pianta della casa è rimasta l’antica): a pianterreno la cucina , cantina, magazzeno con comunicazione dall’esterno, la salettina e il secchiaio accanto alla scala in pietra e gradini in cemento, con parapetto di ferro. Al primo piano sono state ricavate quattro camere in libertà e inoltre un vasto pianerottolo, illuminato dal tetto a mezzo di un lucernaio movibile. Fu costruito pure il gabinetto accanto alla stalla, con esito nel pozzetto della medesima. Infine si rifece parte del tetto della casella,crollato per il peso della neve la notte dal 13 al 14 febbraio. La spesa complessiva fu di £ 23107.20, comprese le serrande e telai a vetri.

Nel 1929 si spesero per impianti £ 70.50.

Nell’aprile-maggio 1929 si ebbero varie scosse di terremoto, che altrove, nei comuni di Bazzano, Monteveglio, ecc. produsse rovine di chiese e abitazioni, fortunatamente senza disgrazie a persone. Presso di noi si avvertirono varie scosse di una certa entità, ma senza conseguenze, se si eccettui notevole spavento. Per impetrare la cessazione del flagello, nei giorni 23 - 24 - 25 aprile si tennero funzioni propiziatorie con S.Messa, preghiere e benedizione col Santissimo, alle quali presero parte i fedeli in gran numero. Si raccolsero per dette funzioni £ 55.30; si spesero £ 44.

La notte dal 5 al 6 agosto 1929 ignoti, approfittando del fatto che le finestre erano state lasciate aperte pel caldo eccessivo, servendosi di persona evidentemente esile e forse di un ragazzo, entrato attraverso l’inferriata della finestra della cucina a levante e aperta così una porta, operarono il furto di parecchie cose: nello studio-archivio, forzata la serratura dell’uscio e dello scrittoio, si impadronirono delle elemosine di 21 messe per £ 191, e inoltre di moneta spicciola per una somma imprecisata; di una cartella del prestito del Littorio del valore nominale di £ 500; dell’orologio marca Longines, valente £ 120. Nella salettina rubarono altro orologio del costo di £ 60, ed inoltre due bottiglie di liquore ed altre cose, arrecando un danno di £ 1000 circa. Al mattino, quando ci si alzò , si trovarono tutte le porte interne ed esterne spalancate, eccettuata quella che dà sulla piazza. Da notare che il 1929 fu caratterizzato da numerosi furti nelle canoniche dei dintorni ed anche lontane!

Il 10 dicembre 1929 intervenne a rendere più solenne la "festa del voto" mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, il quale celebrò la messa della Comunione generale e tenne affettuoso fervorino. Ebbe luogo alle 11 la messa solenne con numerosissimo intervento di fedeli. Si raccolsero £ 113.95; si spesero £ 412, compresa la musica. Il parroco si accollò le spese di canonica, come sempre.